Black Friday
Venerdì scorso il PC desktop che uso per programmare ha deciso, in seguito ad un fulmine, di friggere e spegnersi. Cose che capitano, ma la cosa molto strana è che, nonostante un gruppo di continuità ed un alimentatore OCZ da 1250w, l’unica cosa a friggere sia stata la scheda madre, una Asus P6T Deluxe Palm Edition.
E’ una scheda che ha sempre fatto il suo lavoro, anche se ultimamente mi ha dato da pensare che non fosse il massimo dell’ingegneria: sia la mia che quella di mio padre, identiche e comperate assieme, hanno sempre dato qualche piccolo difetto.
Appurato che fosse la MB a partire, il problema nasceva dal fatto che, essendo datata, trovarne una uguale era realmente un problema: le poche schede nuove avevano un costo veramente fuori dal mondo, più di 395£ + spedizione dall’UK. Una soluzione non percorribile.
Abbandonata l’idea di trovarne una uguale, mi sono fatto convincere da un amico sistemista di prenderne una con il medesimo socket 1366 per provare a sostituirla a caldo: devo ammettere che avevo forti dubbi sulle possibilità che tutto andasse bene, ma la mia esperienza in fatto di sistemi è molto limitata, quindi ho preso per buono quanto consigliatomi.
Una nuova scheda madre: Asus Sabertooth X58
La nuova scheda è una Asus Sabertooth X58, veramente una gran bella scheda, potente, completa e dal costo contenuto, circa 220€ ivata.
Dopo aver smontato tutto e assemblato tutti i componenti, collegati i 4 dischi SATA, il masterizzatore SATA, ho fatto che eliminare una periferica IDE inutile e montato il processore i7 920 oltre ai 24gb di RAM.
Accendo il PC e … niente. Il nulla cosmico.
Entro nel BIOS e noto che il mio disco C non è elencato tra i dischi di boot. Il problema, forse, nasce dal fatto di averlo collegato in prima istanza sul canale SATA 6gb/s: probabilmente è un problema di incompatibilità, ma non ho avuto abbastanza tempo per fare le prove del caso.
Spostando il cavo SATA del disco primario sul canale standard 3gb/s, tutto è tornato normale: il disco è presente nell’elenco degli hard disk di boot.
Una volta corretto il boot list, il sistema sale e, come d’incanto, Windows mi chiede se voglio uno start normale o in modalità provvisoria. Quasi un miraggio. Evitare di installare di nuovo da zero Windows, tutti gli applicativi, la Suite Adobe, l’infrastruttura virtuale: sapete bene cosa significhi non dover scaricare giga di dati da internet per una installazione, per non parlare delle configurazioni custom perse.
Lo faccio partire in modalità provvisoria, Windows non chiede di essere attivato, la suite di Adobe non riconosce il mio account di Creative Cloud e il sistema parte con l’installazione di una serie di driver standard. Vanno tutti a buon fine, tranne quelli Marvell e i driver video: inserisco il DVD della scheda madre, installo i driver mancanti. Riavvio.
Un sogno. Funziona praticamente tutto alla perfezione.
Mi è bastato scaricare ed installare i driver NVidia aggiornati per le mie due GT260 in SLI e il sistema mi configura nuovamente i monitor riportando il mio sistema completo allo status quo pre-frittura mista di condensatori di scheda madre.
Ora il sistema è stabile, più veloce di circa il 20% e mi ritrovo con l’USB3 nativo on board e il supporto per nuovi processori. La Adobe Creative Suite mi chiede l’Adobe ID e mi conferma la correttezza e lancia correttamente gli applicativi.
La morale è: se avete una scheda simile alla Asus P6T e dovete gioco forza cambiarla, forse la mia esperienza può tornarvi utile.